Con “uno sguardo acuto e profondo teso alla contemplazione dell’immensità della natura e della potenza della luce”, il regista tedesco, “un nomade, europeo in viaggio e artigiano della luce“, racconta storie di paesaggi …
«I paesaggi danno forma alle nostre vite, formano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana e se sei attento acuisci la tua sensibilità nei loro confronti, scopri che che sono molto più che semplici luoghi, e che hanno storie da raccontare – spiega 
Wim Wenders, che dedica questa mostra della propria “America” a due americani con lo stesso cognome, Hopper: Dennis, suo amico e attore interprete del suo film “L’Amerikano”, 
e il pittore Edward, suo riferimento artistico. E presenta l’esposizione in Italia, un paese a cui è molto legato – 
Non avevo mai pensato a una mostra dedicata all’America, ma Villa Panza me l’ha ispirata, e per me è stato un grande privilegio poterla realizzare proprio qui, dove è stata concepita – un luogo che rappresenta il cuore della cultura europea e al tempo stesso, grazie alla collezione d’arte, l’unione tra Europa e America nella sua piena espressione».
Le stampe, alcune di grandi dimensioni, sono allestite secondo un percorso che dialoga con il contesto della dimora FAI e procede con un’esplorazione, la scoperta della personale lettura dell’America del regista tedesco che, attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, riproduce visioni in cui si scardina la normale percezione del paesaggio ed emergono l’essenza dei luoghi ritratti e la funzione letteraria e narrativa della loro estetica e raffigurazione.
MANIFESTO per il PAESAGGIO del MONFERRATO 