narrazione e interpretazione artistica del Monferrato

Monferrato Mon AmourDa Ambra Ferrarotti riceviamo la segnalazione, e presentiamo questa interessante mostra, ideata per Palazzo del Monferrato e proposta ad Asperia da Maria Luisa Caffarelli, Rino Tacchella e Line Lab di Giorgio Annone, già promotori della rassegna dedicata a Pietro Morando – Viaggio nel tempo di un giramondo alessandrino, allestita nella stessa sede la primavera scorsa. Proposto nel maggio 2014, prima ancora dell’iscrizione del Monferrato al Patrimonio dell’Umanità Unesco, il progetto sviluppa un racconto del territorio attraverso un percorso figurativo che ne delinea la realtà ambientale dai ricchi valori storici, artistici, culturali e turistici, si è sviluppato con l’esposizione di centinaio di dipinti e sculture provenienti dal collezionismo pubblico e privato accomunati dal Monferrato come soggetto protagonista e come panorama di riferimento, inoltre come habitat in cui l’opera d’arte è scaturita. In sette sale, ognuna contraddistinta da un tema, l’allestimento descrive la percezione e la rappresentazione di questa porzione così fortemente identitaria del Monferrato così come appare nell’opera di artisti nati, vissuti oppure nel tempo ospitati o di passaggio nelle sue località durante gli ultimi tre secoli e in alcune importanti testimonianze nella pittura antica.

Dopo la sala d’ingresso, in cui sono una natura morta del ‘700 accanto a un’opera concettuale di Emilio Isgrò, una Madonna del Moncalvo e una fragile figura danzante di Fausto Melotti introducono agli argomenti, le stanze espositive presentano opere esplicitamente dedicate al paesaggio e al mondo del lavoro che ruota attorno alle attività agricole. Dalla veduta in senso tradizionale sul piano della rappresentazione fino all’interpretazione emozionale in senso astratto-naturalistico e alle elaborazioni squisitamente concettuali, il Monferrato viene inteso come matrice di ricerche espressive volte a scoprire il genius loci di questa terra ricca di sfaccettature che gli artisti hanno saputo, intuitivamente, cogliere e trasporre nelle proprie creazioni. Grandi nomi della pittura italiana dell’Ottocento e del Novecento, tra i quali Cino Bozzetti, Leonardo Bistolfi, Lorenzo Delleani, Ennio Morlotti, Piero Ruggeri e Fausto Melotti, inoltre Carlo Terzolo, Pietro Morando e Camillo Rho, nella mostra allestita nel 1975 a palazzo Cuttica dal critico Luigi Carluccio indicati protagonisti della pittura in Monferrato.  Il territorio quindi si dispiega come paesaggio mentale, che agisce nella memoria come impressione, sentimento, emozione e poesia, per esempio nel dipinto di Felice Casorati o nella composizione astratta di Eugenio Carmi. Le geometrie disegnate dalle diverse colture sulle colline creano lo sfondo su cui si collocano le architetture di castelli, chiese e borghi, che il contemporaneo Mario Schifano raffigura in chiave neo pop. La narrazione si conclude nella galleria che raccoglie i lavori degli artisti “innamorati” del Monferrato e che lo hanno eletto a luogo della vita come Aldo Mondino ed Enrico Colombotto Rosso.

La fotografia rappresenta un capitolo importante di questa storia per immagini, perciò a cui è dedicata una sezione a se stante per considerarla un elemento “portante” del percorso espositivo. Oltre a una serie di autori contemporanei figurano in mostra le riproduzione di alcune lastre fotografiche del casalese Francesco Negri, pioniere della fotografia a colori.

Il catalogo, edito da LineLab.edizioni, oltre al testo dei curatori conterrà un saggio sul Monferrato dello scrittore Sebastiano Vassalli.

L’iniziativa è stata resa possibile dalla sensibile collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantroplogici del Piemonte, degli enti prestatori, dei collezionisti, dei funzionari e degli operatori degli enti coinvolti nel progetto e dell’Unitre di Alessandria. La mostra è organizzata con il supporto e la collaborazione della Camera di Commercio di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, con il patrocinio della Provincia di Alessandria, del Comune di Alessandria e della Fondazione Davide Lajolo. La rassegna è sostenuta anche da importanti sponsor privati: Banca Popolare di Milano, Confindustria, Guala Dispensing, Ristorante I Due Buoi, Kimonocasa, Rolandi Auto e altri in fase di definizione, inoltre con la collaborazione dei media partner – La Stampa, Il Piccolo, Alessandria News, Radio Gold e Radio Alex.

MONFERRATO MON AMOUR Visioni di un paesaggio culturale Patrimonio dell’Umanità

Palazzo del Monferrato – via San Lorenzo 21, Alessandria

4 dicembre 2014 – 15 febbraio 2015

da martedì a venerdì: 16–19.00; sabato e domenica: 10–13; 16–19

chiusure : lunedì; 25 e 31 dicembre 2014; 1° e 6 gennaio 2015

 

ICONOGRAFIA : prospettive, osservazioni e documentazione

Minturno__arcata_dell_acquedotto_romano__1898__Iccd_VIAGGIO IN ITALIA DI GIOVANNI GARGIOLLI. Le origini del Gabinetto Fotografico Nazionale, 1895-1913  – Dal 27 novembre 2014, fino al 30 gennaio 2015, all’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma (via di San Michele 18) sono in esposizione quasi 200 fotografie del fondatore del Gabinetto Fotografico Nazionale, la struttura ministeriale che dalla fine dell’Ottocento a oggi ha il compito di documentare il patrimonio culturale italiano. Tra positivi storici, lastre negative e stampe moderne, un fascinoso percorso per immagini che illustra e documenta un’Italia unificata da poco, di una bellezza struggente, che mostra i segni delle eredità storiche e delle novità, come ferrovie e linee elettriche, e le presenze umane, di ogni ceto sociale.  Il Viaggio in Italia di Gargiolli è anche un percorso di ricerca, e di scoperta, un’indagine a ritroso nel tempo attraverso cui riemergono testimonianze del passato e delle attività svolte dalla struttura di tutela del patrimonio dalla Valle d’Aosta alla Sicilia:  documentazione di scavi, rinvenimenti e restauri all’epoca dei ponteggi di legno, di cicli pittorici immortalati in previsione della loro distruzione e collezioni private poi andate disperse, di monumenti, architetture, ambienti urbani e patrimoni artistici e di scorci panoramici che, nelle suggestive tonalità di grigio delle fotografie in bianco-e-nero, rivelano l’essenza del paesaggio italiano nella fusione degli elementi naturali con i sedimenti storici dell’antica antropizzazione e le tracce della presenza umana in un epoca in cui il rapporto tra ambiente e civiltà non era ancora segnato dalla predominanza di costruzioni, impianti e strutture ( informazioni ).

CONVIVIO in Monferrato x SAPERE SAPORIPANORAMICA MONFERRINA nella cornice di CONVIVIO IN MONFERRATO, al Teatro Municipale di Casale Monferrato, 21 novembre 2014 –  L’evento, un duplice incontro  pubblico in forma e contenuti ispirati a LA CIVIL CONVERSAZIONE di Stefano Guazzo ( 1530 – 1593 ), voleva coinvolgere quante più persone possibile e a ciascuna permettere di avere un ruolo protagonista nel dialogo “intavolato” sui temi della valorizzazione dei patrimoni ambientali e culturali del territorio. Siccome dare voce a tanti attori non è facile, e neanche possibile…, nella serata del talk-show i promotori hanno cercato di realizzare questo ambizioso programma attraverso la sua coreografia e scenografia.  Mentre le persone discorrevano di EXPO2015 e Monferrato, sul palco era allestita un’installazione di opere d’arte e di design raffiguranti un simbolico TRICOLORE ITALIANO, e veniva proiettata la rassegna fotografica dedicata al Monferrato. logo PANORAMICA MONFERRINASullo schermo scorrevano 237 immagini di paesaggio dei fotografi locali, con l’effetto di  mettere in luce e risalto il territorio attraverso le sue rappresentazioni dalla prospettiva dei suoi stessi abitanti, le persone che lo conoscono dall’interno e che ne interpretano la bellezza come suoi eredi, conservatori e artefici. Immagini espressive, rivelatorie e  documentali di molti aspetti del panorama locale, in alcune aree anche un patrimonio dell’umanità, il sito seriale UNESCO Paesaggi Vitivinicoli di Langhe – Roero e Monferrato.  Nell’evento dedicato all’analisi sugli aspetti di valore del Monferrato, il reportage collettivo ne ha mostrato magnificenza, e con essa il lavoro, la fatica e l’impegno dei fotografi che ne sanno documentare lo splendore e degli agricoltori che coltivano vigne e campi, dei muratori che costruiscono case e palazzi, di tutti coloro ai quali va il merito della buona cura del territorio, e del suo paesaggio… Tanta gente, che però si esprime meglio con gesti e sguardi che a parole, ma che parla loquacemente attraverso quello che fa, perciò a cui  nell’occasione del dibattito pubblico le fotografie hanno dato voce  attraverso il linguaggio delle immagini che mettevano in bella mostra il loro operato.

ICONOGRAFIA :   I SEGNI DEL TERRITORIO NEL LINGUAGGIO UNIVERSALE – incontro con Mark Cooper alla mostra Winescapes  / Hotel Candiani – Casale Monferrato, 15 luglio 2014

dal passato (remoto) al futuro (prossimo)

2014-10-11 17.22.42Alcune persone fanno TANTO, e molto BENE…!!! Realizzano piccole GRANDI “cose-azioni” che, però, passano quasi inosservate…  attività e iniziative “fatte” da persone semplici, e operose, senza vantarsene con magniloquenza, che lasciano tracce indelebili nella realtà. In questi giorni, ad esempio:

Giovanni Bellistri, sindaco di TERRUGGIA, ha organizzato un ciclo di incontri che, con il titolo CHE FARE?, riuniscono la gente del Monferrato a riflettere e ragionare sulle prospettive date dal riconoscimento UNESCO ai paesaggi vitivinicoli e infernòt del Monferrato. ???????????????????????????????Con il primo appuntamento ha chiamato alcuni storici locali (da sinistra a destra : l’avv. Costanzo, Roberto Maestri dell’Associazione Marchesi del Monferrato e Dionigi Roggero con Giovanni Bellistri) a illustrare le ragioni storiche per cui il valore dei beni ambientali e architettonici locali oggi è considerato un “patrimonio dell’umanità”.  IMG_20141011_180332Nella sede del convegno, lo spettacolare Teatro Municipale, il “primo cittadino” ha accolto relatori e pubblico mostrando loro una collezione di manifesti d’epoca conservati negli archivi del Comune, e per l’occasione selezionati ed esposti a cura di due cittadini dell’antico borgo, Antonio Barbato e Franco Patrucco. Tanti documenti stampati tra il 1633 a l’Ottocento, che a prima vista non sembrano avere attinenza con il tema delle ricerche storiografiche sui siti paesaggistici e archeologici… Alcuni però curiosi, come  la “nota di bando” con elenco e descrizione dei ladri, truffatori, malfattori ricercati e che, IMG_20141011_172827come il signor Patrucco si è gentilmente prestato a dimostrare mettendosi in posa accanto al foglio, in fondo arrotolato, è molto lungo… quasi 2 metri! Fogli di carta vecchia, ma buona, che si è conservata bene nel tempo : « Un materiale prezioso – ha fatto notare Giovanni Bellistri introducendo le relazioni storiografiche – Senza carta scritta o stampata non rimane memoria storica». Cartografia e documentazione che, come i manifesti in mostra a Terruggia, oggi permette di osservare come nel passato veniva amministrato il territorio e anche un suo bene quale il paesaggio, allora non “considerato” nella specificità della sua attuale definizione.  ???????????????????????????????Come avvisi e norme sull’agricoltura, sulla coltivazione dei vigneti e per la gestione dei boschi, tra cui i castagneti “fruttiferi e selvatici” ai tempi del Ducato…

I boschi sono una parte rilevante del patrimonio ambientale del Monferrato,  come il Sacro Monte di Crea, un sito UNESCO, e l’area forestale di Trino, i cui conservatori oggi operano sotto egida FSC e la cui documentazione storica,   oltre che nella sede della Partecipanza, è conservata al ???????????????????????????????Museo Civico Gian Andrea Irico, che ha sede nella dimora di un suo fondatore, Vittorio Viale, che lo ha ideato e realizzato insieme a Silvino Boria e Domenico Molzino (nella foto tra i ritratti di Irico e Viale), dove insieme a reperti archeologici di epoca preistorica e romana è conservata una copia della ???????????????????????????????CARTA DELLE LIBERTÀ (l’originale è depositato nell’Archivio di Stato di Torino) che attesta l’istituzione del Bosco delle Sorti della Partecipanza. Come il signor Molzino ha spiegato durante la visita al museo, insieme alla città di Trino, prima sede di stamperie e tipografie, il Monferrato vanta un “primato” proprio nella tradizione della carta stampata… e, curiosamente, la nostra visita al Museo Irico di Trino è avvenuta proprio nel giorno del DOMENICA DI CARTA5 ottobre 2014, la DOMENICA DI CARTA, ovvero di apertura speciale degli Archivi e delle Biblioteche di Stato in tutta Italia (o quasi…).